I giudici del veneto sono tornati a radunarsi ieri nella elegante Sala Giorgione dell’Hotel Fior di Castelfranco Veneto (Tv) per l’annuale convegno che ha offerto un prezioso momento di confronto e di crescita all’intera squadra capitanata da Sandro Checchin. “Vedete come si comportano loro” ha spiegato il presidente della commissione regionale veneta dei giudici di gara mostrando alla platea gli All Blacks impegnati nella rituale Haka pre-partita “La nostra deve essere una squadra unita e compatta. Dobbiamo avere fiducia uno dell’altro perchè quando siamo sulla strada non abbiamo amici ma solo persone che ci chiedono di essere presenti, imparziali e lucidi”.
GIUDICI E TECNOLOGIA – E’ questo il messaggio lanciato dal responsabile dei giudici del veneto in una giornata nella quale i commissari si sono confrontati sul proprio rapporto con la tecnologia a partire da alcuni esempi pratici offerti dai casi concreti accaduti in alcune gare regionali e, anche ad alto livello, al Giro d’Italia con il cambio di ruota che aveva portato alla penalizzazione di Richie Porte e alla Vuelta Espana con il traino che aveva causato l’esclusione dalla corsa iberica di Vincenzo Nibali.
La tavola rotonda che ha coinvolto anche il presidente della commissione nazionale dei giudici di gara, Antonio Pagliara, la componente della commissione nazionale Federica Guarniero e il commissario internazionale, Celeste Granziera, ha fornito alcuni interessanti parametri per la valutazione delle fonti tecnologiche; chiaro e condivisibile, il punto di vista di Granziera che ha ricordato: “Il problema, alla fine, è sempre nostro. Il giudice, anzi, la giuria deve valutare tutti gli elementi secondo scienza e coscienza e prendere delle decisioni solo se i fatti sono stati acclarati. Nel dubbio, o nel caso in cui le immagini fornite non chiariscono l’accaduto, non si potrà punire nessuno”.
“Siamo noi che dobbiamo gestire la tecnologia” ha ribadito il presidente Pagliara “Ma più che altro, la presenza di un numero sempre maggiore di telecamere in corsa e fuori corsa, deve essere uno sprone per l’intera categoria: dobbiamo essere presenti, nel posto giusto, al momento giusto ed essere vigili. Senza voler fare nessun appunto ai colleghi che erano alla Vuelta, se nel gruppetto di Nibali al momento del traino fosse stato presente un giudice in moto, quell’infrazione molto probabilmente non avrebbe potuto essere commessa e Nibali non sarebbe stato espulso dalla corsa”.
Ad aggiungere il proprio contributo alla discussione è stato anche uno dei giovani giudici veneti che in questo 2016 hanno maturato esperienze importanti nel World Tour. Tra loro Matteo Brusatin che in riferimento a quanto accaduto al Giro d’Italia con Richie Porte ha sottolineato “Avevamo avuto la segnalazione del giudice in moto spagnolo, Vicente Tortajada, che però non era stata considerata dal presidente di giuria; poi sono arrivate le immagini televisive, le foto e l’ammissione pubblica su Twitter. C’è stata una ottima collaborazione con gli organizzatori; in particolare Mauro Vegni ci ha detto subito: è una decisione pesante ma se siete certi che l’infrazione ci sia stata, io sono con voi”.
VENETO, CATEGORIA IN CRESCITA – Il convegno di Castelfranco Veneto è stata l’occasione per presentare le novità relative alla verifica licenze che sono entrate in vigore a partire dal 1° gennaio 2016, illustrate in maniera esaustiva da Chiara Compagnin e Chiara Lovat, a cui è seguita la relazione del presidente Sandro Checchin: “In questi anni abbiamo fatto spazio a tanti giovani: siamo nel mezzo di un non facile cambio generazionale con oltre 20 giudici che si stanno avvicinando alla soglia dei 70 anni. Per questo, per la prima volta, abbiamo aperto la formazione anche ad alcuni ragazzi 16enni” ha ricordato Checchin snocciolando i numeri della stagione 2016 dei giudici del veneto “Anche quest’anno abbiamo coperto l’intero calendario veneto. Meno del 3% delle gare sono state omologate con provvedimenti, segno che il livello di conflittualità rimane comunque minimo. Aldilà dei numeri voglio dire a tutti i giudici del veneto un enorme grazie per il lavoro, la collaborazione e la passione che ci mettete ogni giorno per svolgere questo importante ruolo”.
E tra coloro che si sono maggiormente distinti nel corso del 2015 sono stati premiati i giovani: Paolo Gugole, Giorgia Marchesin, Giulia Rigon e Gloria Vallongo. Il tradizionale memorial “Giovanni Rizzo” è stato assegnato, invece, al Giudice Antonio Pegoraro per l’attaccamento alla categoria e l’attività svolta in questi anni; infine, a Mirco Dal Ben, che ha concluso la carriera per raggiunti limiti di età, è stato consegnato un presente come ringraziamento della Commissione Regionale e di tutti i Colleghi Giudici di Gara del Veneto.
MEMORIAL REGHIN A FONTANA – Un commosso ricordo dei colleghi Piergiorgio Sbardella e Michele Reghin ha preceduto la consegna dei rispettivi memorial a Giacomo Gava, storico ds del Team Bibanese e all’allievo Filippo Fontana (Ss Sanfiorese), neo tricolore ciclocross sul tracciato di Monte Prat, accompagnato per l’occasione dai dirigenti della Ss Sanfiorese, i direttori sportivi, gli insegnanti e i genitori.
Se a Giacomo Gava è stato riconosciuto un comportamento da sempre corretto e collaborativo nei confronti dei componenti del collegio di giuria, da prendere ad esempio per l’intera categoria dei direttori sportivi, è stato sul giovane virgulto del ciclismo trevigiano che si sono concentrare il maggior numero di attenzioni e speranze. Figlio e nipote d’arte con il nonno Luigi e il papà Alessandro che hanno conquistato traguardi importantissimi in sella alle due ruote, Filippo Fontana si è messo in luce non solo per i risultati sportivi, tra cui spicca il campionato italiano di ciclocross conquistato recentemente sul circuito di Monte Prat, ma anche per l’ottimo rendimento scolastico, testimoniato dalle parole di elogio espresse dai rappresentanti del Liceo Artistico Munari di Vittorio Veneto intervenuti per ritirare il riconoscimento consegnato dalla moglie del compianto Michele Reghin e dagli amici Albino Bertazzon e Antonio Dal Col che da sempre compongono il collegio che assegna l’ambito premio.
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