L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha comunicato che il Presidente della Commissione disciplinare ha determinato che “le condizioni per una sospensione del Team Katusha in applicazione all’articolo 7.12.1 del regolamento antidoping UCI non sono state ravvisate.”
La formazione russa era stata demandata alla Commissione per un secondo caso di Adverse Analytical Finding in meno di dodici mesi, dopo che Eduard Vorganov (nella foto) era risultato non negativo al Meldonium in un controllo effettuato il 14 gennaio scorso e rischiava una sospensione dai 15 ai 45 giorni.
Il Presidente della Commissione Disciplinare ha basato la propria decisione sulle seguenti considerazioni:
“Il testo dell’articolo si riferisce al fatto che la decisione deve tener conto “di tutte le circostanze del caso”;
“Per quanto riguarda il (caso Paolini, è stato) stabilito che un corridore che assume cocaina non era motivato dalla volontà di influenzare le proprie prestazioni sportive ma da una base ricreativa;
“In questo contesto, l’applicazione di una sospensione ex articolo 7.12.1 quando uno dei due casi di non negatività si riferisce a una droga sociale non rientra nella ratio dell’articolo stesso. Anche se, a rigor di termini, un tale caso rientra nell’applicazione delle regole antidoping l’imposizione di conseguenze negative per l’intero team sarebbe inappropriato e sproporzionato”;
“E’ inteso che l’intenzione dell’articolo è quella di imporre conseguenze negative a quelle squadre che difettino nel controllo al doping a scopo sportivo oppure, qualora dovesse verificarsi, a quelle squadre che non facciano abbastanza per combattere il doping”;
“Il Presidente della Commissione ha espresso di aver potuto condividere l’opinione che sarebbe sproporzionato sospendere un team sulla base del fatto che uno dei propri atleti abbia fatto uso di una droga sociale, il cui consumo non è in relazione con le prestazioni sportive.”