Dopo LottoNL Jumbo, Bardiani CSF e Lampre Merida, che avevano revocato la propria adesione nel 2015, anche la Orica GreenEdge e il Team Katusha hanno deciso di lasciare l’MPCC, il Movimento per un Ciclismo Credibile.
“Vogliamo ringraziare gli attuali e i passati membri del MPCC per le discussioni, le iniziative e per aver permesso al nostro sport di muoversi ulteriormente nella giusta direzione. Noi supportiamo appieno le iniziative che sono ormai diventate parte integrante delle regole dello sport. Andando avanti, noi saremo forti sostenitori nel vedere queste e altre iniziative sviluppate ulteriormente dagli organismi ufficiali in collaborazione con tutte le squadre e le parti interessate nel ciclismo,” ha spiegato nella nota di congedo il General Manager della Orica GreenEdge Shayne Bannan.
Anche il Team Katusha ha affidato le proprie motivazioni a un comunicato stampa: “Nel 2013 il Team Katusha ha deciso di diventare membro dell’associazione Movimento Per un Ciclismo Credibile (MPCC). A quell’epoca, il mondo del ciclismo necessitava di inviare un forte messaggio a fovare dello sport pulito dopo una successione di scandali legati al doping. Tutti i membri dell’MPCC avevano deciso di adottare ulteriori e supplementari regole in aggiunta al codice WADA e ai regolamenti UCI. Nel corso dell’anno l’UCI ha adottato alcune regole dell’MPCC, come la politica no-aghi o le sanzioni collettive contro le squadre in caso di violazioni multiple delle norme antidoping, dimostrando come l’MPCC sia stato un pionere nell’ambito del ciclismo professionistico.
In considerazione dei cambiamenti avvenuti e dell’evoluzione dell’UCI nel suo approccio alla lotta al doping, un’evoluzione e un adattamento delle regole dell’MPCC sarebbero stati necessari. In particolar modo, considerando il fatto che le stesse regole sono state adottate nel 2015 dall’UCI si supponeva che la normativa dell’MPCC, che imponeva sanzioni collettive alla squadra nel caso di violazioni antidoping multiple, venisse a cadere. Invece nell’MPCC non ci sono stati emendamenti, creando una dualità con le regole UCI e portando a situazioni di conflitto.
Ora il Team Katusha si trova a fronteggiare una situazione difficile: da una parte la Commissione Disciplinare dell’UCI ha deciso di non infliggere alla squadra una sospensione in conseguenza dei casi relativi a Luca Paolini ed Eduard Vorganov, ma dall’altro lato l’MPCC ritiene che la suddetta sospensione sia necessaria in relazione alle proprie regole. Inoltre, una sospensione del Team Katusha in una corsa WorldTour, per adeguamento alle norme dell’MPCC, andrebbe a violare la normativa dell’UCI, che prevede la partecipazione obbligatoria a gare di questa categoria e il cui diniego provocherebbe una sanzione.
Considerato che la Commissione Disciplinare dell’UCI ha deciso per il non sanzionare, il Team Katusha si sarebbe aspettato un adeguamento da parte dell’MPCC. Appreso che l’MPCC intende, invece, applicare le proprie norme indipendentemente dalle posizione che l’UCI ha recentemente adottato, il Team Katusha si trova costretto a lasciare l’MPCC con effetto immediato.
Detto ciò, la formazione intende sottolineare che continuerà la propria lotta al doping e, volontariamente, proseguirà nell’applicazione di quelli che sono i dictat dell’MPCC, come il divieto di utilizzare il Tramardol o l’imposizione di uno stop per quegli atleti che dovessero ravvisare livelli di cortisolo troppo bassi.”