Il Gran Premio Palio del Recioto – Memorial Cav. Sante Carradori targato 2016 ha regalato una splendida giornata di festa e di ciclismo al grande pubblico radunatosi lungo le strade della Valpolicella nel più classico dei martedì dopo Pasqua. Una folta cornice di appassionati ha accompagnato il passaggio della carovana della 55^ edizione della “Corsa dei sogni” che ha fatto registrare un enorme successo anche sui social network letteralmente impazziti per il gran numero di condivisioni di contenuti, di commenti e di citazioni legate alla competizione che ha visto al via atleti provenienti da ben 20 nazioni e 5 continenti diversi.
SUCCESSO INTERNAZIONALE – Il podio interamente straniero, infine, ha consegnato agli annali del ciclismo un risultato inedito e di grande spessore tecnico che ha fatto da volano alla diffusione della più bella cartolina della tradizionale festa primaverile di Negrar.
“La giornata di sole ci ha aiutato ad offrire la miglior accoglienza ai tanti appassionati che non mancano mai alla nostra corsa e ci ha consentito di garantire agli atleti un palcoscenico pressochè ideale per sfidarsi a viso aperto” ha commentato il presidente di Grandi Eventi Valpolicella, Stefano Bonfioli che ha aggiunto “Voglio ringraziare la famiglia Carradori, tutti gli sponsor, i partner, i collaboratori e i tanti volontari che ci hanno permesso di allestire anche quest’anno questo spettacolo. Il popolo delle due ruote, poi, meriterebbe una nomination per un premio Nobel: così tanta gente che si riunisce spontaneamente per fare festa nel nome di una passione comune e si dispone ordinatamente a bordo strada per aspettare e applaudire il passaggio degli atleti è qualcosa che non si può comprendere se non si vede con i propri occhi”.
DELUSIONE ITALIA – E, di fronte al successo internazionale riscosso dal Gp Palio del Recioto – Memorial Cav. Sante Carradori, Bonfioli non ha risparmiato una critica costruttiva al movimento ciclistico nazionale: “Ritengo che Guerreiro e Schlegel abbiano dato una autentica lezione di ciclismo agli atleti italiani: per vincere bisogna osare con generosità e coraggio, ho visto troppe squadre italiane correre in maniera attendista e anonima. Quest’anno, ospitando 22 squadre straniere al via, dato l’opportunità alle nostre società e ai nostri ragazzi di confrontarsi con il meglio del ciclismo mondiale under 23 e, per certi aspetti, il paragone è stato pesante. Non solo sotto il punto di vista atletico ma anche su quello organizzativo. Un esempio? 40 squadre iscritte, 22 straniere hanno effettuato regolarmente la procedura di iscrizione. 18 italiane, nessuna in regola, tutte da inseguire per mesi per avere i bollettini d’ingaggio correttamente compilati” ha spiegato Bonfioli.
Ma quello che lascia veramente l’amaro in bocca è la stucchevole polemica sulla verifica licenze aperta solo nella giornata di lunedì. Una polemica continuata anche il mercoledì successivo alla gara in cui nessun italiano è stato mai in lotta per vincere. E Bonfioli rilancia: “E’ proprio questo che ci ha fatto spalancare gli occhi e capire bene cosa è successo. E’ come se si fosse giocato Italia – Resto del Mondo. Questi ultimi a gennaio organizzano tutto, viaggi, alberghi, iscrizioni. Nei mesi successivi chiedono informazioni sui percorsi. Al lunedì, al quartier tappa sono attese 200 persone tra atleti e tecnici, comprese 2 squadre italiane. Arrivano alla spicciolata, si sistemano nelle camere e cenano. Alle 21 l’albergo sembra deserto, si vedono solo alcuni meccanici e i giudici. La mattina le colazioni iniziano presto, alle 6, poi via a visionare il percorso. Alle 10 si pranza e si comincia a prepararsi per la gara. Tutto sembra pensato e fatto per permettere agli atleti di essere letteralmente “dentro la gara” con la testa. Poi la corsa finisce con un trionfo del “Resto del Mondo”, indiscutibile, strameritato. Peccato, noi e quasi tutti i presenti tifavamo Italia, ma va bene lo stesso, il popolo del ciclismo applaude sempre e comunque. Il giorno dopo, però, sembra che l’argomento principale tra molti DS sia ancora e solo la verifica licenze. Ecco quindi il dubbio dal retrogusto amaro, i nostri erano veramente più deboli o hanno preparato con troppa sufficienza la gara?”
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IL FUTURO – Una osservazione da appassionato, quella del presidente di Grandi Eventi Valpolicella, il cui lavoro per la crescita del Gp Palio del Recioto – Memorial Cav. Sante Carradori è ricominciato all’indomani del successo del portoghese Ruben Guerreiro: “Viviamo tutti nello stesso contesto macroeconomico con le difficoltà che sono note a tutti. Per questo motivo anche al Palio del Recioto stiamo cercando di diversificare le fonti di entrata e vogliamo dare vita ad un evento sempre più a misura di tifoso, in grado di regalare una esperienza sempre più piacevole e completa ai tanti appassionati che scelgono di passare il proprio tempo libero in Valpolicella. Per fare questo, però, abbiamo bisogno di andare oltre a delle sterili polemiche e di incontrare la collaborazione di tutte le componenti del ciclismo, soprattutto delle squadre italiane, per garantire un futuro sostenibile per tutti” ha concluso Bonfioli.