Festa di popolo, di gente, di colori, di suoni, di profumi intensi e di ciclismo. Anche di ciclismo, si. Red Hook Criterium si conferma movimento di massa anche nella terza tappa della stagione 2016 corsa sull’ormai tradizionale anello di Barcellona.
Pericoloso, si certo. Un pò eccentrico, forse si. Organizzato in maniera impeccabile, tutto e tutti al proprio posto. Al centro delle polemiche quando una moto si inceppa, ma comunque spettacolare e unico. Capace di attrarre una massa di giovani verso il mondo del pedale come non si vedeva da troppi anni. Capace di proporre un evento degno di questo nome e non un semplice appuntamento agonistico.
Forse anche da questo bisognerebbe trarre qualche insegnamento per provare a rilanciare il tradizionale movimento ciclistico italiano. Un movimento che ha fatto crescere e continua a far crescere tanti talenti ma che manca di brio, entusiasmo e quel pizzico di novità che non guasta. Specie in tempi di crisi nei quali è necessario proporre sempre “qualcosa di più” agli sponsor. E qualche domanda è d’obbligo porsela anche quando si scorrono gli ordini d’arrivo di Barcellona, con tanti italiani tra i migliori e tanti di questi italiani “scartati” forse troppo presto dal movimento a due ruote.
Due ruote e uno scatto fisso per rinascere e tornare ad essere “campioni”. Magari per una notte, nella bolgia di Barcellona così disinteressata all’ordine d’arrivo ma innamorata della bicicletta e dei suoi protagonisti più coraggiosi.
Insomma l’unica cosa che non stupisce è trovare la giovane Rachele Barbieri al primo posto nella finale femminile, con il terzo posto di Jasmine Dotti, il decimo di Vittoria Reati e l’undicesimo di Paola Panzeri. Così come non stupisce ritrovare, alle spalle del tri-vincitore Colin Strickland (che ha fatto hat-trick conquistando Barcellona dopo Brooklin e Londra), i veneti Alvise Zanasca e Ivan Ravaioli (rispettivamente quarto e quinto) o ancora Andrea Vassallo, nono, Stefano Capponi, undicesimo e Alessandro Mariani, tredicesimo.
Guardiamo, ammiriamo e impariamo… il ciclismo cresce in tutto il mondo e in tutte le sue discipline.
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