Ha festeggiato quest’anno i 25 anni alla guida della Zalf Euromobil Désirée Fior: un quarto di secolo nel quale Luciano Rui ha raggiunto i traguardi più prestigiosi e ambiti dai direttori sportivi di tutto il mondo. Una raffica di titoli mondiali, europei e nazionali, successi a non finire in campo dilettantistico e più di 50 talenti lanciati nel mondo del professionismo tra cui spiccano i nomi di Paolo Savoldelli, Michele Scarponi, Ivan Basso, Manuel Quinziato, Damiano Cunego, Oscar Gatto, Sacha Modolo e tanti altri fino ad arrivare a Gianni Moscon e al trio composto da Nicola Bagioli, Andrea Vendrame e Marco Maronese che dopo essere cresciuti alla corte della Zalf Euromobil Désirée Fior, nel 2017 approderanno in campo professionistico.
Al tecnico della compagine trevigiana capitanata da patron Gaspare Lucchetta e da Egidio Fior è stata consegnata oggi a Treviso, nella splendida cerimonia andata in scena nella sala degli affreschi di Palazzo Rinaldi, la Palma di Bronzo al Merito Tecnico del Coni: uno dei massimi riconoscimenti per i dirigenti sportivi, va a premiare uno degli uomini più rappresentativi della Zalf Euromobil Désirée Fior e dell’intero movimento ciclistico italiano.
“Sono onorato di ricevere questo premio dal Coni. In tanti anni di attività ho avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con alcuni dei talenti più cristallini del ciclismo italiano: per me è stata una fortuna e una grande occasione di crescita. Voglio ringraziare le famiglie Lucchetta e Fior per avermi dato questa possibilità e i collaboratori che sono stati al mio fianco: questo premio lo ricevo io ma è anche per tutti loro” ha commentato il team manager di Vittorio Veneto che al proprio attivo vanta anche due anni trascorsi da atleta tra i professionisti. “Dopo tutte queste stagioni che si sono susseguite una dopo l’altra senza soluzione di continuità è bello fermarsi e voltarsi indietro per rivedere quanta strada è stata percorsa. Questo premio è l’occasione giusta per fare un viaggio tra tanti bei ricordi che non sono caratterizzati solo da numeri e successi ma soprattutto da persone, facce amiche e nomi che hanno conquistato un posto nel mio cuore di appassionato prima che di direttore sportivo”.