Tra gli Under23, Davide Ballerini era l’uomo del “primo giorno”. Vittorioso alla Firenze-Empoli nel 2016 e alla Coppa San Geo l’anno precedente – le due Classiche d’apertura del calendario dilettantistico italiano – il brianzolo classe 1994 era abituato a vincere subito. E a vincere bene.
LA PRIMA PERLA- Presenza fissa e preziosa della Nazionale Azzurra di CT Marino Amadori, nella passata stagione – quando vestiva i colori della toscana Hopplà Petroli Firenze – il ventiduenne si è conquistato il biglietto per la massima categoria a suon di risultati, diventando il primo acquisto della nuova Androni-Sidermec: squadra giovane, determinata, “affamata” di successi. Come lui.
“Quest’anno il successo numero uno è stato passare professionista in questo team.” Livrea rosso fuoco – con spruzzata di bianco – sulle spalle, fisico da corazziere e sorriso da ragazzo, Ballerini ha le idee chiare e i mezzi per concretizzarle. “Le gare d’esordio – il Gp Costa degli Etruschi e il Trofeo Laigueglia, ndr – sono andate bene. Certo, io amo andare in fuga…”
Puledro scalpitante, mentre parla è come se mordesse il freno impaziente di dimostrare il proprio indiscusso valore. “Io sono un passista veloce. Sono un corridore che ama andare all’attacco, non mi piace stare in gruppo. Ho buttato via tante gare correndo così.” Risata. “Adesso sarà più difficile. Tra i professionisti il 98% delle volte le fughe le riprendono.”
OBIETTIVI E SOGNI – Due sfide già all’attivo, la valigia pronta in vista di quelle imminenti. Prossima destinazione: Francia. “Lì contiamo di fare bene. Il nostro obiettivo principale, poi, è la Coppa Italia. Per quanto mi riguarda, darò il cento per cento per essere d’aiuto alla squadra. Certo, spero di potermi ritagliare degli spazi, ma la cosa importante, ora, è supportare i miei compagni e imparare il più possibile.“
Dalle certezze, alle speranze. Senza dimenticare i sogni. Uno, Ballerini lo ha già realizzato. “Il debutto è stato bellissimo, emozionante. Avevo già corso tra i professionisti, ma adesso è diverso. Si, è un sogno anche correre con idoli come Philippe Gilbert, Rafal Maika, Peter Sagan. Il ciclista cui mi ‘ispiro’? Gilbert! Mentre le gare che ho nel cuore sono due: il Lombardia e la Parigi Roubaix. Per me il ciclismo è un lavoro, ma sono contento di lavorare in questo mondo. Faccio quello che ho sempre voluto fare. Il segreto? Costanza, impegno. Non aver paura di perdere!”
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