Dopo ritardi e rinvii la Corte d’appello Federale composta dall’Avv. Antonio Villani, dall’Avv. Decio Barili, dall’Avv. Claudio Cesare Iacovoni e dall’Avv. Barbara Baratto Vogliano è giunta a sentenza anche nell’ormai arcinoto procedimento “paga per correre”; dopo la sentenza di primo grado che aveva assolto tutti gli imputati, infatti, la Procura Federale aveva presentato ricorso alla Corte d’Appello che nella giornata di ieri ha emesso una sentenza pesante: tre mesi di inibizione per i team manager Angelo Citracca e Gianni Savio nonchè 15 giorni di squalifica per il professionista Marco Coledan.
Questo il dispositivo emesso ieri, ora si attendono le motivazioni anche se le reazioni non si sono fatte attendere. Dure le parole di Gianni Savio: “Prendo atto, sconcertato e allibito, della sentenza della CAF – che andrò a impugnare – ove mi si commina una sospensione di tre mesi riguardante il corridore Patrick Facchini. Ribadisco di non aver mai violato alcun regolamento né sportivo né etico-morale e infatti nel fascicolo processuale non vi sono prove o indizi contrari alla mia lealtà. Con il mio Legale Avvocato Giuseppe Napoleone abbiamo concordato di ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI, non appena depositate le motivazioni. Tengo comunque a precisare che le altre altrettanto assurde accuse che mi sono state mosse dalla Procura Generale del CONI, relative ai casi Mammini e Malaguti, non hanno trovato accoglimento nella sentenza della CAF che ha respinto la richiesta di inibizione per diciotto mesi nei miei riguardi. Ritornando al caso Facchini, ecco l’esatta esposizione dei fatti: a fine 2012 – quando il nostro organico per la stagione 2013 era ormai completo – mi interpellò il corridore Patrick Facchini, dicendomi di essere interessato al passaggio al Professionismo nella nostra squadra. Risposi che le risorse economiche destinate all’ingaggio di corridori erano ormai esaurite e quindi non avrei potuto assumere nuovi atleti. Il Signor Facchini mi disse che il consorzio Valli del Chiese sarebbe stato interessato a sostenere una sponsorizzazione coinvolgendo anche una azienda importante quale la BM GROUP e aggiunse che un funzionario del Consorzio avrebbe voluto conoscermi in quanto interessato a promuovere il loro marchio attraverso il mondo del Ciclismo. Mi recai nella sede del Consorzio e – preso atto del loro reale interesse a una promozione pubblicitaria – iniziai una trattativa che si concluse con un accordo di sponsorizzazione, sia con il Consorzio sia con la BM GROUP, per la presenza dei due marchi sulle maglie ufficiali di gara nella stagione 2013. Il funzionario del Consorzio e il dirigente della BM GROUP caldeggiarono l’ingaggio del corridore Patrick Facchini e io accettai perché il corridore era in possesso delle qualità sportive per passare professionista, avendo vinto alcune corse di prestigio del calendario dilettanti. Intendo altresì precisare che l’integrazione istruttoria disposta dalla CAF, attraverso l’escussione del Legale Rappresentante della BM Group e del Presidente del Consorzio Val di Chiese, è stata completamente a me favorevole. Infatti, a specifica domanda dell’Avvocato Napoleone su quale fosse la finalità della sponsorizzazione, i due testi hanno confermato che la stessa era mirata alla promozione pubblicitaria attraverso il ciclismo e, nel dettaglio, attraverso la nostra squadra”.
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