Le bandiere sventolano nel cielo. Un cielo grigio, della stessa tonalità del mar Caspio, delle tre Fiamme e dell’asfalto azero, dove a portare una nota di colore sono le divise sgargianti dei corridori e i vestiti della gente.
Tutto è pronto per il Tour de Azerbaidjan 2017. La partenza della prima delle cinque tappe in programma in questa stagione trasforma Baku in una festa. Schiere di ragazzi e ragazzini, persone di ogni età, si accalcano davanti al palco del foglio firma, prendendo d’assalto gli atleti prescelti per un selfie-ricordo e andandosene, poi, soddisfatti in attesa che arrivi un altro beniamino. Il tutto, in un tripudio di entusiasmo e sportività. Un vero e proprio esempio e una bellissima scoperta anche per chi è abituato alle blasonate corse della Vecchia Europa.
TUTTO IL MONDO IN UNA PIAZZA – Lo sport è un intero mondo, dove non esistono differenze e le distanze sono solo relative, mai insuperabili. Lo spettacolo di Baku ne è una dimostrazione. Lo sport – e il ciclismo non fa eccezione – si muove secondo regole proprie e si esprime attraverso un linguaggio universale, con l’inglese a fare da collante e la buona volontà a riempire i buchi di comunicazione. Specialmente se il parterre di partecipanti è assolutamente internazionale, come nella sfida caucasica, dove ci sono squadre provenienti da ogni angolo del globo al pari dei corridori che le rappresentano.
Stati Uniti, Russia, Israele, Francia, Kazakhstan, Germania, Giappone, Cina, Austria, Bahrain, Turchia , Ucraina, Slovacchia, Bielorussia, Lettonia, Iran, naturalmente i padroni di casa dell’Azerbaijan e l’Italia. Il Bel Paese può sfoggiare due compagini, entrambe Professional: la Nippo Vini Fantini e la Wilier Triestina Selle Italia, la prima forte dell’ex Tricolore Ivan Santaromita e di Pierpaolo De Negri, oltre che dei gentilissimi e compitissimi asiatici, la seconda che ha nello stradista e pistard Liam Bertazzo il proprio uomo più rappresentativo all’estero, conosciutissimo dai colleghi stranieri e applaudissimo dai tifosi locali.
Nella policroma carovana, pronta a scoprire chi sarà il successore di Markus Eibegger – trionfatore nel 2016 – lo Stivale è presente anche “in trasferta”, con connazionali accasati fuori confine. Mattia De Marchi, ex Cycling Team Friuli, indossa il verde-arancio della Hrinkow Advarics, Umberto Poli il bianco Novo Nordisk, Luca Chirico il rosso-nero-verde Torku e Daniele Colli gli ideogrammi cinesi della Qinghai. Perché l’importante è correre e fare esperienza, e pazienza se a volte si fa fatica a capirsi. Quando si pedala fianco a fianco bastano un’occhiata, magari una pacca sulla spalla e una stretta di mano per andare d’accordo. Quando si riceve l’applauso di un appassionato, basta un sorriso.
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