Il Governo ha innestato la retromarcia e si è rimangiato le promesse. La legge “salvaciclisti” dovrà attendere tempi migliori per essere adottata dal Parlamento: a decretare l’ennesimo stop forzato per quella che dovrebbe essere una norma di civiltà è stato l’on. Michele Pompeo Meta (Pd), promotore del disegno di legge di modifica al Codice della Strada allo studio in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati. Un disegno di legge all’interno del quale hanno trovato spazio le nuove e severe norme in tema di uso degli smartphone alla guida e quelle relative all’obbligo di utilizzo dei nuovi seggiolini ma dal quale è stata espunta la norma che fissava in 1,5 metri la distanza laterale in fase di sorpasso.
La decisione a sorpresa è arrivata, incredibilmente, ad una settimana di distanza dalle importanti rassicurazioni offerte dal Vice-Ministro ai trasporti Riccardo Nencini che, nel corso della conferenza stampa organizzata a Palazzo Madama, aveva riferito: “Difenderemo e promuoveremo questa importante misura a favore dei ciclisti”. A smentire il suo vice sarebbe stato proprio il Ministro Graziano Del Rio che ieri in commissione alla Camera ha acconsentito alla cancellazione della norma dal pacchetto di modifiche al Codice della Strada.
Una decisione particolarmente grave considerato l’alto numero degli incidenti (oltre 16.000) e delle vittime (252 nel 2015) che ogni anno si registrano tra i ciclisti sulle strade italiane, nonostante gli auspici del Vice-Ministro Nencini che ha commentato: “Nel 2016 il numero delle vittime sulle strade italiane è diminuito grazie anche alle nuove politiche messe in campo dal Governo. Ma, attenzione, sale il numero dei ciclisti coinvolti in incidenti. Per questo avevamo proposto la norma cosiddetta ‘salvaciclisti’, proprio per proteggere chi è più debole in strada. Il nuovo codice della strada va nella direzione giusta”. Una direzione che, però, evidentemente non è quella di salvaguardare gli utenti delle due ruote.
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Furibondo il commento del Sen. Michelino Davico, tra i politici più attenti al tema della sicurezza stradale dei ciclisti che nel mese di marzo era stato il primo firmatario del disegno di legge di modifica all’art. 148 del Codice della Strada poi ripreso anche dal Governo e inserito nei lavori della Commissione alla Camera.
“Sono deluso e amareggiato dal comportamento del Ministero per questo presenterò una interrogazione per capire quale sia la reale posizione del Governo sulla norma Salvaciclisti e ognuno sarà chiamato ad assumersi le proprie responsabilità” il sen. Michelino Davico (FDL) ha commentato così la decisione del Ministro Del Rio. “Appena una settimana fa il ViceMinistro Nencini ci aveva confermato l’intenzione di difendere e promuovere la norma salvaciclisti mentre oggi ci ritroviamo con una riforma che ha mantenuto l’impianto iniziale ma dalla quale è stata espunta solo la previsione della distanza di un metro e mezzo in fase di sorpasso. Se hanno bluffato o se ci hanno preso in giro in tutti questi mesi lo dicano chiaramente e gli elettori se ne ricorderanno. Se hanno cambiato idea lo spieghino alle centinaia di migliaia di persone che hanno perso i loro cari mentre pedalavano sulle strade italiane”.
Tempi lunghi ma soprattutto incerti, visti i pochi mesi che ci separano dalle prossime elezioni, per ridare maggiore sicurezza ai ciclisti italiani: “Questa sarebbe una norma di civiltà, già adottata in buona parte degli stati europei e non solo. Fino a quando, anche in Italia, non si forniranno degli strumenti concreti di tutela agli utenti deboli della strada continueremo a parlare di incidenti, feriti, morti e tragiche fatalità. Ma non si tratta di un caso, i responsabili di questa continua strage hanno un nome e un cognome e sono coloro che con un colpo di spugna, proprio quando eravamo ormai vicini al traguardo, hanno deciso di cancellare mesi e mesi di lavoro e di sensibilizzazione della cittadinanza” ha concluso il sen. Michelino Davico che sul tema promette ancora battaglia.
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