I cecchini sugli angoli dei tetti francamente inquietano, ti senti il fucile di precisione puntato sul collo. Ad ogni semaforo, lungo le aree transennate, all’entrata di piazza Safra, dove sorge un nuovo municipio costruito da un architetto italiano, c’è un poliziotto ogni due metri. Si stimano diecimila poliziotti mobilitati per la sicurezza del Giro d’Italia.
E francamente, passeggiando di sera, di giorno, in mezzo alla folla che attende la presentazione della corsa rosa ci sentiamo al sicuro . Qui è normale veder mescolarsi tra la gente i militari armati fino ai denti, donne e uomini. La pistola o il mitragliatore sono oggetti di uso comune. Ci convivono gli israeliani con gli attacchi. Anche se da alcuni anni la situazione a Gerusalemme è assolutamente sotto controllo.
Una città viva Gerusalemme, un crocevia di culture giudaico cristiane, una città che ha voglia di diventare grande. Il ciclismo, il giro porta festa, allegria, tifo, anche se non si conoscono i corridori. E comunque si tratta di un evento di portata storica che si comprenderà appieno solo tra qualche anno. Entriamo nella piazza dove si svolge la grande festa del Giro, la presentazione dei team. La gente, bambini, donne, anziani, coppie, famiglie, tutti tengono in mano un palloncino, un gadget, qualcosa che ricordi il Giro d’Italia.
Uomini con la kippah, passeggini con bimbi piccoli. E’ tuto un applauso,ballare cantare e inneggiare ai corridori. Una normalissima presentazione di Giro d’Italia, come si potrebbe svolgere a Sanremo o Milano o Bologna. Con la differenza che si è nella storia, terra santa, terra di archeologia, di cultura, di arte. Nessuna percezione di pericolo. L’istinto però ci dice di tenerci fuori dalla calca. Ma a Torino, per il calcio l’ammassamento aveva creato morti e feriti. Ci spostiamo nell’area riservata ai team in attesa della presentazione, dopo aver visto sfilare sul palco alcune squadre. Tutti a farsi selfie, video, saluti alla folla.
Un’emozione infinita, come il trofeo del Giro, Amore Infinito. Emozione anche quella di vedere Bar Rafaeli, una delle più belle modelle al mondo, israeliana di Tel Aviv sfilare sul palco del Giro d’Italia, trasportato per l’occasione a Gerusalemme. Ogni squadra seduta in circolo, sulle sedie in attesa del proprio momento. Corridori concentrati, altri c he chiacchierano fra di loro, fotografi che immortalano sorrisi o smorfie, tensione, sonno , stanchezza, caldo. E scopriamo un Froome assolutamente rilassato.
La guardia del corpo lo osserva da lontano. Al suo fianco Salvatore Puccio, il suo fedele scudiero toscano lo osserva e racconta: “E’ un grande personaggio. E un grande capitano”. Fabio Aru si fa fotografare con qualche tifoso, ma sembra assorbito dai propri pensieri. Marco Marcato, il suo mentore in corsa e in gara ha il compito di seguire Aru passo passo. “E’ sereno, tranquillo. Certamente la pressione c’è e Dumoulin e Froome sono certamente clienti scomodi. Ma abbiamo una squadra ben organizzata, con Valerio Conti, Ulissi. Tappe e classifica possono essere alla nostra portata”. Tom
Dumoulin ride e scherza con i compagni e la fidanzata. Non sembra sentire il peso della corsa rosa che lo ha visto trionfare lo scorso anno. L’area è transennata, ci sono controlli di sicurezza. I corridori non temono nulla, se non il caldo secco che ti può disidratare senza che uno se ne accorga. La festa è cominciata ed ora è la strada a parlare.