Simone Ravanelli, classe 1995, scalatore di Bergamo della Gavardo Biesse Carrera, diploma di maturità scientifica in tasca, ha ottenuto in questa prima parte di stagione ottimi risultati, riscattando così due precedenti stagioni non propriamente fortunate.
“Quest’anno tutto sta procedendo per il verso giusto. Ho ritrovato una buona condizione fisica, anche se mi devo ancora un po’ costruire fisicamente, e nelle gare tra i professionisti sto andando decisamente meglio rispetto agli anni precedenti. Ho scelto già dal secondo anno dilettante una formazione continental per la maggiore esperienza anche internazionale che si matura in questi team” spiega Simone Ravanelli. “All’inizio ho fatto tanta fatica, ma dalla fatica si impara, emergono i veri valori e si va avanti. In Italia ci sono tanti corridori molto validi che purtroppo non emergono per via o delle gare dai percorsi non impegnativi, oppure perchè non si confrontano con quello che avviene all’estero, e alla prima occasione si vedono differenze abissali, come è successo al Giro d’Italia di quest’anno e al recente Giro della Valle d’Aosta, che prevedevano si delle tappe molto dure ma che hanno premiato corridori stranieri più preparati e conseguentemente più abituati rispetto ai corridori italiani a una certo tipo di gare, come le grandi corse a tappe”.
Dopo essersi messo in evidenza al Giro della Valle d’Aosta nel 2015, chiudendo al settimo posto nella classifica generale con la maglia del team Palazzago, nel 2016 approda al team continental Unieuro Wilier Trevigiani (l’attuale Trevigiani Phonix Hemus) periodo in cui oltre ad accusare dei problemi fisici fatica a trovare il ritmo nelle gare tra i professionisti, riprendendosi però nel finale di stagione con due buoni piazzamenti al G.P Kranj e al Giro della Bulgaria.
Nel 2017 la sfortuna lo mette fuori gioco per gran parte della stagione, a causa della rottura dell’osso sacro avvenuta nella prima tappa del Giro d’Italia Under 23. Riprende a gareggiare solo a fine agosto al Giro del Portogallo.
Nel 2018 avviene il passaggio ad un altro team continental, la Gavardo Biesse Carrera, passaggio obbligato dal salto di categoria e dal fatto che il team Trevigiani non avrebbe più tenuto in squadra corridori èlite, ritrovando però nel suo nuovo team il d.s Milesi, anch’egli precedentemente in Trevigiani. In questa stagione, finalmente, tutto gira per il verso giusto. Ravanelli ritrova la gamba, e prende maggior “confidenza” con le gare tra i professionisti, e i risultati ne danno conferma andando ad ottenere importanti traguardi anche di rilievo internazionale; conquista due vittorie, a Marcialla e a Borgo Valsugana (Trofeo De Gasperi), giunge secondo sul traguardo di Gallio – Asiago (Giro del Medio Brenta), ottiene due terzi posti, rispettivamente a Monte Urano e al Trofeo Città di Brescia, ricordando anche il quindicesimo posto ai Campionati italiani professionisti.
“Dovendo fare una differenza tra il modo di correre tra i professionisti e quello dei dilettanti, posso dire che le gare tra i dilettanti sono meno controllabili, soprattutto in queste ultime stagioni perchè c’è stato un netto livellamento tra le varie squadre, si va sempre a tutta, mentre nelle gare tra i professionisti c’è un diverso approccio alla gara, va via la fuga, le acque si calmano, però poi nel finale si va a una velocità incredibile” racconta il bergamasco ai microfoni di Ciclismoweb.
La seconda parte di stagione prevede per lo scalatore bergamasco il ritiro a Livigno dal 21 al 31 luglio, al fine di preparare al meglio alcune gare tra i dilettanti e gli impegni tra i professionisti, quali la Coppa Agostoni, il Giro della Toscana, il Giro dell’Emilia e la Coppa Sabatini, dove spera di raccogliere ancora qualche risultato utile per il passaggio al professionismo, con il quale ha già avuto dei contatti.
Servizio a cura di Marco Furlanetto
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