Treviso celebra la nascita del proprio nuovo velodromo e lo fa con un inconfondibile stile veneto con tanto di sfilata di leader leghisti, di introduzione di patron Remo Mosole e pure con la benedizione di Monsignor Liberio Andreatta.
10 anni dopo l’inserimento in finanziaria dell’emendamento che metteva a disposizione i fondi necessari alla realizzazione si è arrivati finalmente quest’oggi alla cerimonia di posa della prima pietra a Spresiano.
Un iter infinito, tra faide, rivendiche, ricorsi al Tar, sogni e progetti bruciati e fatti risuscitare ma dal palco allestito alle spalle del Lago Le Bandie promettono e giurano che: “Da questo momento non ci saranno altri ritardi”.
Lo dice il presidente regionale Luca Zaia, gli fa eco Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo sport e lo conferma Massimo Pessina, titolare dell’azienda che costruirà la struttura e l’avrà in concessione per mezzo secolo.
“Questo Velodromo sarà costruito in 14 mesi: abbiamo già iniziato i lavori e gettato una parte delle fondamenta, siamo già in vantaggio di due mesi sulla tabella di marcia” tuona Remo Mosole, imperativo come al solito. “Questa sarà un’opera che rappresenterà il modo di lavorare dei veneti, per questo la inaugureremo in anticipo: avrà fondamenta di 30 metri e sarà costruita con i migliori materiali in circolazione”.
Saluta con soddisfazione il via ai lavori anche Renato Di Rocco, presidente della FCI: “Nella gara a chi lo vuole finire prima dico che mi accontenterei di averlo a disposizione anche in 16 mesi. Purtroppo le criticità di Montichiari hanno messo in difficoltà il lavoro di tutte le nostre nazionali costringendoci a rallentare: nella corsa verso Tokyo 2020 questa struttura avrebbe una straordinaria importanza”.
A fare da cornice ci sono tanti campioni delle due ruote: dal ct azzurro Marco Villa al commentatore televisivo Silvio Martinello, passando per Guido Bontempi e Francesco Moser sino ad arrivare all’ultimo campione del mondo, Alessandro Ballan. Non c’è, invece, Guido Dussin, ex deputato della Lega Nord, ispiratore del progetto che però avrebbe voluto che il velodromo si realizzasse a San Vendemiano.
Un velodromo, quello di Spresiano, che sarà molto diverso da quello di Montichiari: l’opera che dovrebbe costare 28,8 milioni di euro comprenderà un velodromo con 6.055 posti a sedere e sarà concesso in uso alla FCI per 150 giorni all’anno. Al suo interno ci sarà un open space da destinare a eventi ed esposizioni e nell’area potrebbero sorgere sale conferenze, altre strutture sportive che andranno, di fatto, ad integrarsi con quelle già esistenti all’interno del parco del Lago Le Bandie.
Nella secca distesa di ghiaia di Spresiano, oggi è visibile solo una profonda buca e mentre sulla prestigiosa platea degli invitati picchia un caldo sole di fine estate, nessuna gru viene azionata per la simbolica posa della prima pietra. Di Rocco, Malagò, Giorgetti e Zaia si limitano a posare con una targa ricordo che, come si affrettano a precisare dalla Pessina Costruzioni, sarà posta sulla struttura a ricordo di questo momento di avvio ufficiale dei lavori.
Treviso, anzi, Spresiano da oggi ha il suo velodromo, non resta che costruirlo…
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