Non contano solo le vittorie ma anche saper dominare una corsa. Così ci riprova Riccardo Verza, il padovano classe 1997, che dopo tre anni da under 23 sotto tono, cerca l’affermazione in questa stagione con la nuova maglia del glorioso sodalizio trevigiano della Zalf Euromobil Désirée Fior.
Plurivittorioso tra gli juniores, categoria in cui vinse nel 2015 la prestigiosa gara internazionale di Sovilla (TV), si rimette in gioco dopo un periodo faticoso e particolare caratterizzato da prestazioni al di sotto delle aspettative.
Sei all’ultimo anno tra gli under 23, te la senti di fare un bilancio dei primi tre anni?
“Se dovessi fare un bilancio delle scorse tre annate in questa categoria non posso dire di essere soddisfatto, e di questo dò la colpa soprattutto a me stesso. Sarebbe facile puntare il dito verso determinate persone, ma in questo caso sono io che ho sottovalutato molte cose e lasciato trascorrere troppo tempo”.
Un aspetto positivo e uno negativo di questi tre anni da dilettante?
“Un aspetto positivo è sicuramente la chiamata ricevuta dalla Zalf alla fine della scorsa stagione, dopo diverse annate che non riuscivo a rendere al meglio mi è venuta a cercare per l’ennesima volta. E’ una squadra che mi ha cercato ogni anno fin da quando ero primo anno juniores. L’aspetto negativo è l’aver sottovalutato l’importanza dell’alimentazione e degli allenamenti, errori questi che mi sono costati tanto”.
Sei un corridore con quali caratteristiche?
“Sono un corridore che si può difendere bene e dire la sua in salita, se allenato e leggero di peso come lo ero da juniores, ma ho scoperto che ho pure un bel passo in pianura”.
Quali obiettivi ti poni in questa stagione con la maglia della Zalf?
“L’obiettivo più scontato sarebbe ritornare a vincere, ma giunto al quarto anno devo semplicemente dimostrare ogni corsa il meglio di me, sia che la corsa sia pianeggiante che in salita, e cogliere ogni risultato”.
Contano solo le vittorie?
“A parere mio le vittorie non sono le uniche cose che contano, quello che conta di più è saper dominare una corsa, prendere il vento in faccia e magari essere ripreso all’ultimo chilometro”.
Ti senti più forte fisicamente o mentalmente?
“Di testa non sono molto forte, sono abbastanza debole e sicuramente questo problema è stato alla base di queste annate sotto tono. Fisicamente potrei essere molto forte, ma solamente se allenato e con un peso giusto. Quest’anno parto con quattro-cinque chili in meno dello scorso anno, speriamo bene!”
Quando non raccogli il risultato sperato in una gara a cui ci tenevi tanto, ti arrabbi o pensi subito alla gara successiva?
“Io sono un tipo che si dispera molto e ci rimane male, molte volte anche da junior ho pianto per una corsa non vinta”.
Si possono ottenere risultati importanti anche senza il supporto di una squadra?
“Secondo me la squadra in questa categoria è fondamentale, tutti si allenano ormai, la differenza si fa nell’essere pronti e col gioco di squadra, oggi mi sacrifico io per te ma domani sarà il contrario”.
ll professionismo come lo vedi?
“II professionismo è il sogno che ho fin da bambino ma sono consapevole che se dovessi fare questo gran passo lo faccio per restarci il più a lungo possibile!“
Oltre al corridore, cosa ti piacerebbe fare?
“Se dovessi smettere penso di andare a lavorare, mi piacerebbe entrare a far parte del ramo della logistica, indirizzo studiato alle superiori, oppure restare a far parte del mondo delle due ruote”.