“Il Velodromo di Spresiano si farà” parola di Remo Mosole, attento osservatore dalla sua privilegiata posizione del Lago le Bandie, del cantiere fermo ormai da mesi. “Nessuno avrebbe potuto prevedere un simile contrattempo: la Pessina Costruzioni è una delle aziende più importanti del settore e, grazie ai meriti acquisiti sul campo si era aggiudicata il bando con un margine talmente grande nei confronti degli altri concorrenti che non poteva che essere la prima scelta per i lavori del velodromo”.
Fiducia incrollabile quella di Remo Mosole, imprenditore ottimista che ha fatto dello sport una delle proprie armi vincenti. Al Lago le Bandie, a pochi passi da dove dovrebbe sorgere il nuovo velodromo si è disputato in questi giorni il Campionato del Mondo di scafi radiocomandati. Era la prima volta che questo evento, che ha tenuto banco per 10 giorni e che ha richiamato oltre 200 atleti provenienti da 20 diverse nazioni, si svolgeva in Italia e Remo Mosole non ha avuto dubbi nell’accordare la propria ospitalità. Ma mentre le “barchette” sfrecciano a 100 chilometri orari sullo specchio d’acqua delle Bandie, il pensiero di patron Mosole non può che tornare a guardare più in là, al “suo” velodromo.
“Purtroppo è successo quello che nessuno avrebbe potuto prevedere. Ma è come in gara, quando si fora. Si cambia la ruota, si rientra in gruppo e si torna a combattere per la vittoria. Anche qui, dopo la decisione del commissario straordinario, si cambierà la ruota bucata e si ripartirà con i lavori. Il mio sogno è di portare in questo splendido impianto delle Bandie ancora due campionati del mondo: quello di sci nautico e quello di ciclismo su pista. E io non rinuncio mai a realizzare i miei desideri” conclude Mosole.
“Ho fiducia nella Federazione Ciclistica e nel mio presidente, Renato Di Rocco, che risolverà il problema. Si deve trovare assolutamente un accordo anche con il nuovo commissario, perché il nostro presidente Renato Di Rocco qui a Treviso si gioca la faccia. Le cose nella Marca Trevigiana, che siano ciclistiche o non ciclistiche (nella provincia più ciclistica e laboriosa d’Italia) non vengono lasciate a metà” rilancia il presidente provinciale della FCI, Giorgio Dal Bo.
Fiducioso appunto che il vertice massimo della FCI non lascerà deluso il mondo delle due ruote. Un assist subito raccolto da Renato Di Rocco. “Lo ha affermato anche il sottosegretario allo sport Giancarlo Giorgetti domenica a Cima Grappa, parlando proprio della situazione velodromo. E un problema delle aziende che lavorano nel settore dell’edilizia e che sono in crisi”.
Ma, ottimismo a parte, nessuno si sbilancia sulle modalità e sui tempi che dovrebbero portare al completamento dell’opera: “Dobbiamo attendere le decisioni e le disposizioni del commissario incaricato alla procedura concorsuale, non appena si renderà o si renderanno disponibili ed operativi. A noi, come Federazione Ciclistica, non è ancora dato sapere con certezza chi siano esattamente, attendiamo notizie in merito. Dubito che si ci siano prima di fine agosto. Al momento i lavori sono sospesi, il cantiere è chiuso temporaneamente e i 5 milioni di euro sono già spesi per l’opera. Mi spiego per chi ancora non l’avesse capito. Sono stati utilizzati 5 milioni di euro finora, dei quasi trenta che abbiamo a disposizione per la costruzione della infrastruttura. E si possono verificare anche visivamente nelle opere realizzate finora. Le fondamenta e tanto altro, i sottoservizi e ciò che serve per gettare le basi di una struttura di quelle dimensioni. Insomma ci sono 5 milioni di opere già realizzate” riferisce Di Rocco.
“Gli stati di avanzamento dei lavori sono certificati dal direttore dei lavori e gestiti dal Rup (dirigente amministrativo che si occupa della procedura e in questo caso corrisponde alla persona di Maria Cristina Gabriotti, segretaria generale della FCI) che liquida i fondi sulla base delle indicazioni e delle relazioni degli stati di avanzamento dei lavori e appunto ribadisco certificati dal direttore lavori dell’impresa. Il futuro dipende dai commissari. E noi attendiamo fiduciosi. Qualora invece si dovesse aprire una controversia con l’azienda, la Pessina, i tempi sarebbero lunghissimi e si rischierebbe di andare a nuovo bando europeo. Non ci resta che attendere le decisioni dei commissari anche per verificare le possibili strade da percorrere” prosegue Di Rocco che conclude: “Comunque siamo fiduciosi, nulla è perso. E’ solo questione di tempo, al massimo un anno ma non lasceremo a Treviso un’opera incompiuta. A Spresiano comunque la gran parte del lavoro è stata realizzata, parlando di fondamenta e sotto servizi. Le restanti parti sono solo attività di montaggio, dalla pista in legno alla tettoia e tanto altro. Lavori che vengono fatti in esterna. Poi passeremo a discutere anche della gestione. Per la Pessima era stato nominato Roberto Amadio che aveva incarico di fare un business plan e per noi era un interlocutore importante. Ribadisco, ne riparleremo a settembre”.
[banner]G-andrea[/banner]