l segno più di questa settimana va alle tante società giovanili che in silenzio, tra alti e bassi, anno dopo anno continuano a portare avanti la propria attività mettendo in bicicletta centinaia di ragazzini e promuovendo il ciclismo in tutta Italia.
I loro sforzi meriterebbero di essere premiati e, invece, troppo spesso si trovano a dover fare i conti con regolamenti sempre più cervellotici e stringenti.
Il segno meno di questa settimana va proprio al Consiglio Federale della FCI che ha approvato le norme attuative per il 2020. Dopo un altro anno di grandi discussioni e confronti sulle problematiche del nostro ciclismo, ancora una volta ci troviamo di fronte alla montagna che ha partorito il topolino.
Anche nel 2020 resteranno in vigore le norme su affiliazioni plurime, vincoli regionali, 35 punti e misurazione dei rapporti. Il calendario continuerà ad essere una babilonia senza regole e le squadre juniores non potranno tesserare stranieri nemmeno nella prossima stagione, nonostante fosse stato promesso il contrario. Per i dilettanti, invece, bisognerà mettersi a fare i conti con il pallottoliere. Infatti i team Under 23 potranno tesserare al massimo due atleti stranieri, uno comunitario e uno extracomunitario ma dovranno avere in squadra otto atleti italiani di cui almeno tre al primo anno. Per farli correre, poi, dovranno esserci almeno quattro italiani al via.
Se vi siete già persi non vi preoccupate: è tutto normale, la FCI, le norme sa scriverle solo per complicare la vita ai propri tesserati…
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