Secondo il regolamento tecnico sarebbe vietato togliere le mani dal manubrio ma da sempre la giuria concede al vincitore di esultare sul traguardo. Quel semplice gesto di alzare le braccia al cielo regala emozioni indescrivibili agli atleti ma anche agli appassionati che per ore attendono proprio quell’istante per esultare insieme al vincitore.
Un segno più va quindi a chi esulta sulla linea d’arrivo e a quei compagni di squadra che magari hanno dato tutto per il proprio capitano e hanno la fortuna di essere ancora lì, a pochi metri da lui. Invece di pensare al piazzamento personale, anche loro, si lasciano spesso contagiare dall’esultanza confermando una volta di più che il ciclismo sarà pure uno sport individuale ma molto spesso è lo spirito di squadra a fare la differenza.
Il segno meno di questa settimana va, invece, a quelle esultanze non proprio consone al contesto: dall’ombrello di Pirazzi al Giro d’Italia ai gestacci a cui siamo stati costretti ad assistere in una recente gara per giovanissimi. Così non si fa ed è bene spiegarlo subito perchè certe esultanze non rovinino ancora la festa delle due ruote proprio sul traguardo.