Il contagio da Coronavirus prosegue e si diffonde. L’ultimo evento sportivo mondiale disputato sarà, per un bel pò il Campionato del Mondo su pista di Berlino. Una rassegna iridata che ha restituito una grande Italia: abbiamo incontrato Silvio Martinello per commentare insieme questa edizione della rassegna iridata: “Quello che più lascia il segno, aldilà delle conferme di Filippo Ganna e Letizia Paternoster, è il risultato del quartetto nell’inseguimento a squadre che ha visto gli azzurri conquistare il nuovo record italiano” analizza Martinello. “In questa specialità mese dopo mese assistiamo a dei miglioramenti importanti. Quello che conta per noi italiani è che, per la prima volta, Marco Villa si trova a lavorare con abbondanza di atleti a disposizione. Ad oggi ci sono otto ragazzi (Ganna, Viviani, Consonni, Bertazzo, Scartezzini, Lamon, Milan e Plebani) che possono contendersi i quattro posti a disposizione per l’inseguimento a squadre a Tokyo”.
Elia Viviani non è riuscito ad andare a medaglia, c’è da preoccuparsi?
“Questa edizione dei mondiali non era certo l’obiettivo principale della stagione 2020 per Elia. Ci è arrivato con troppa poca preparazione per poter lottare alla pari con alcuni specialisti: di certo se vorrà puntare al bis olimpico saprà fare tesoro di questo passaggio a vuoto”.
Miriam Vece, conquistando il bronzo nei 500 metri da fermo, ha riportato l’Italia sul podio di una specialità veloce.
“Oltre a questa medaglia c’è da porre in evidenza l’ottimo tempo fatto segnare nei 200 metri lanciati da Miriam: un’atleta che, in un solo anno, è cresciuta moltissimo grazie all’attività svolta ad Aigle nel centro dell’UCI. Purtroppo nel nostro Paese non abbiamo una organizzazione in grado di far crescere e sostenere il settore della velocità che pure è fondamentale dato che alle Olimpiadi assegnerà sei medaglie” annota Martinello.
Mondiali a parte, qual è lo stato di salute del ciclismo italiano per quanto riguarda la pista?
“Stiamo lavorando bene per le Olimpiadi ma per l’ennesima volta in Italia, abbiamo un po’ perso il filo con il settore giovanile. Dietro ai campioni che vedremo a Tokyo manca il movimento di base. Trovo scandaloso che un Paese come il nostro non solo non abbia a disposizione un impianto coperto funzionante, ma nemmeno dei centri territoriali in grado di sviluppare con continuità l’attività su pista. Credo che i tanti velodromi sparsi lungo lo stivale dovrebbero essere rivitalizzati e utilizzati per lavorare in prospettiva futura”.
Tra quei centri c’è anche il Velodromo Monti di Padova…
“Si dopo le tante problematiche legate ai lavori di sistemazione, l’assessore Bonavina ha confermato che in primavera anche il Monti dovrebbe riaprire i battenti. Il calendario Triveneto non prevede gare nell’impianto padovano per il 2020 ma se questa sospensione delle gare all’aperto a causa del Coronavirus si dovesse prolungare potrebbe offrire una possibilità di rilancio anche al nostro velodromo”.
Cioè?
“Verificando che vi siano le condizioni sanitarie necessarie e riattrezzandolo in tempi brevi si potrebbe pensare all’allestimento di qualche gara a porte chiuse riportando in pista non solo il settore giovanile ma anche juniores e under 23. In questo modo si darebbe la possibilità a tanti ragazzi di allenarsi e di gareggiare e, al tempo stesso, si tornerebbero a riaccendere i riflettori sulla pista”.
Nel 2021 saranno 25 anni dall’oro di Atlanta 1996 ma sarà anche l’anno delle elezioni federali. Cosa farà Silvio Martinello?
“E’ un appuntamento su cui sto ragionando seriamente da tempo. In queste settimane sto incontrando e mi sto confrontando con le varie componenti del mondo del ciclismo per capire quali potrebbero essere le reazioni ad una mia eventuale candidatura e devo dire che sto ricevendo molti incoraggiamenti. In ogni caso, lo ribadisco, è ancora presto per decidere, credo se ne potrà parlare concretamente solo dopo l’estate”.