30 giugno 2020: il Consiglio Federale della FCI stabilisce il divieto per atleti e team italiani di recarsi all’estero per gareggiare. “Riguardo la possibilità per gli atleti italiani di gareggiare all’estero, la Federazione ha ribadito che stante le attuali disposizioni ciò non è possibile fino al 14 luglio, salvo che per gli atleti e le squadre ProTour e Professional”. Si legge nel comunicato stampa diramato a seguito della riunione dei vertici della FCI.
4 luglio 2020: Thomas Capra (Vc Borgo) a Kostanjevice (Slovenia) vince la gara di 23,4 km riservata agli allievi. Nella stessa prova il compagno di squadra Tommaso Pasini chiude al quarto posto e Nicolo Cuel giunge tredicesimo. In contemporanea, a Mesto Touskov (Repubblica Ceca) si corre una gara di MTB che vede Matteo Siffredi e Filippo Agostinacchio (Scott Italia Libarna) conquistare rispettivamente il terzo e l’ottavo posto tra gli juniores mentre Pietro Scacciaferro (Scott Italia Libarna) giunge 47esimo tra gli Under 23. Ma non finisce qui perchè il bottino degli azzurri di questo sabato straordinario conta altri piazzamenti conquistati da alcuni cicloamatori in Slovenia.
LA SITUAZIONE – E’ evidente che se la FCI detta una regola, questa deve essere rispettata, almeno dai tesserati. E se la regola è la sospensione delle trasferte all’estero queste non possono essere fatte, di qualsiasi genere o tipo esse siano. In queste settimane non sono mancate le lamentele e i mugugni di alcune squadre che avevano già definito gli accordi con alcuni organizzatori esteri per poter correre in mezza Europa e sono stati costretti a rinunciare agli inviti e alle prenotazioni alberghiere, in alcuni casi, già anticipate.
Se una regola esiste… è così. Ma se la regola in questione si deve dedurre da un inciso di un comunicato stampa che valore può avere?
Oggi, il problema, è soprattutto federale: perchè non è stato reso noto a tutti i Comitati Regionali e a tutte le società il verbale o la delibera assunta dal Consiglio Federale del 30 giugno? Perchè questa decisione non è stata notificata anche alle federazioni straniere? Perchè ci si è limitati ad un comunicato stampa peraltro in ritardo e impreciso (ne approfittiamo per farvi notare che dal 2011 il ProTour non esiste più ma si chiama World Tour e che dal 2017 l’Italia non ha più nemmeno una formazione World Tour).
LE CONSEGUENZE – A questo punto, di fronte ad una vera e propria Babilonia, in cui ognuno sembra poter fare ciò che ritiene più corretto, non resta che attendere la reazione della FCI. Chi non ha rispettato il blocco dell’attività, assumendosene i rischi, verrà redarguito?
Chi in queste settimane ha lavorato in prima linea è stato, senza dubbio, il presidente del Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia, Stefano Bandolin: “Da metà giugno abbiamo iniziato a ricevere le prime comunicazioni di alcuni nostri tesserati che avevano in programma di andare a gareggiare in Slovenia e Croazia. Per questo ci siamo presi l’incarico di verificare la fattibilità di queste trasferte con la Struttura Tecnica Nazionale che ci ha comunicato il diniego. Di conseguenza abbiamo informato le nostre società che, nonostante l’esistenza degli accordi transfrontalieri, non potevano recarsi all’estero in questo periodo” spiega Bandolin.
“Vedere oggi, dopo la comunicazione del consiglio federale che ha deciso di vietare le trasferte all’estero almeno fino al 14 luglio, che ci sono intere squadre che hanno violato questa disposizione mi riempie di rabbia. Di fronte ad una regola come questa bisogna rispettarla specie in un momento ricco di problematiche come quello che stiamo vivendo. Chi fa il furbetto deve essere punito in maniera esemplare” ha concluso Bandolin.