Il Giro d’Italia Femminile che si correrà dal 2 all’11 luglio 2021 ha perso lo status di gara World Tour. E’ una decisione clamorosa e senza precedenti quella assunta dall’UCI nei confronti della gara organizzata da patron Giuseppe Rivolta.
L’UCI, infatti, in un primo momento aveva inserito il Giro Rosa tra le prove del World Tour del prossimo anno ma poi lo ha declassato a 2.Pro; un cambio significativo se si pensa che in questa categoria, potranno prendere il via al massimo 10 formazioni World Tour femminili che, comunque, non avrebbero l’obbligo di partecipare alla gara a tappe femminile più importante del calendario mondiale.
Attualmente le licenze per la massima categoria femminile sono 10 ma se nei prossimi mesi dovessero aumentare, significherebbe che non tutte le formazioni World Tour potrebbero essere al via del Giro.
Alla base della decisione assunta dall’UCI vi sarebbe un motivo molto semplice e banale: l’assenza di una diretta TV di almeno 45 minuti nell’ultima edizione. La diretta TV è, ormai da qualche anno, uno dei requisiti necessari per organizzare una gara World Tour e, dal 2020, l’UCI chiedeva una finestra di almeno 45 minuti.
Al Giro Rosa 2020, allestito nonostante le difficoltà del Covid-19, la produzione TV è stata curata da PMG Sport che, però, non ha prodotto alcuna immagine in diretta ma solo in differita. Una scelta dovuta certamente alla necessità di ridurre i costi e connessa anche alla sovrapposizione tra il Giro Rosa, il Tour de France e la Tirreno-Adriatico.
Questa situazione, però, rischia di costare cara a patron Rivolta che, invece di essere premiato dall’UCI per aver comunque allestito la propria gara in un’annata difficile come il 2020 viene punito dai vertici del ciclismo mondiale.
Nel 2022 il Giro Rosa potrebbe tornare a chiedere di entrare a far parte della massima categoria ma intanto dovrà pagare dazio per la prossima stagione.